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Sul Parco Nazionale del Pollino. Un percorso di emozioni.

Il sole filtrato dai rami, l'aria pulita e pungente, un passo da soldato, per arrivare alla piana più vicina, ed un bastone per amico. Ci troviamo nel Parco Nazionale del Pollino.

È il mese di agosto, il cuore dell'estate, ferie iniziate e la città quasi vuota. Per quest'anno non abbiamo programmato le consuete vacanze fuori regione. La voglia di preparare uno zaino e andar via, però, si fa sentire. Lontano, sia chiaro, dalla spiagge affollate ed un'ora nel traffico per uno sbocco sul mare.

Desideriamo da tempo una escursione tra i sentieri del Pollino e abbiamo individuato alcuni rifugi, tutti non molto distanti da San Severino Lucano. Una telefonata e la nostra partenza per il 16 agosto è già organizzata. Scegliamo di trascorrere la nostra vacanza lampo presso Le Terrazze sul Frido. Qui passeremo solo una notte, nel b&b di Giuseppe. Al telefono è sembrato molto ospitale.

Partire per la Basilicata è sempre un grande piacere. Sappiamo che le due ore d'auto saranno allietate da un paesaggio di grande fascino. Questa volta viaggeremo anche più di due ore, per arrivare in quella zona di confine tra Basilicata e Calabria. Alle 11.00 siamo alla nostra prima tappa: Bosco Magnano.

A quanti desiderano un giorno di pace, di silenzi e di suoni della natura consigliamo di visitare questo luogo di fate. Sì, perché l'acqua che scende a cascata ed il torrente che solletica i piedi hanno il sapore della magia, per noi che arriviamo dalla città. Qui le bancarelle vendono zucche di ogni forma e colore e funghi porcini. Abbiamo il presentimento che durante il nostro soggiorno mangeremo delizie!

Ripartiamo ed è già ora di pranzo quando prendiamo possesso della nostra camera: piccola, accogliente, in stile rustico tra le tonalità del legno. Giuseppe è una brava guida, ci consiglia una serie di punti di partenza per godere dei sentieri che si snodano in questa zona. Noi scegliamo di andare in esplorazione nei dintorni e di rimandare a domani la nostra vera escursione.

Curioso come in certi luoghi cambi l'idea di piazza, quartiere e vicinato. Tutto si ridimensiona. Scendiamo sino al Mulino Iannarelli e ci fermiamo per una sosta fotografica lungo il ruscello. Dopo ancora un bel tratto giungiamo in contrada Conocchielle. Una fontana con una panchina a fianco, una signora che chiacchiera con un gruppetto di anziani e due pecore che passano di là, come già sapessero la strada per rientrare all'ovile.

Conoscete le piante che vedete qui in foto? Alte e rigogliose ricoprono vaste zone. "Sono fagioli", ci dice una donna anziana intenta a lavorare il suo campo. E le osserviamo incuriositi lungo il nostro ritorno al b&b.

Giunge la sera e la cena si consuma a Mezzana Frido, una frazione di San Severino Lucano. Ad accoglierci l'allegria di una sagra di pasta fresca tra il profumo di fegatini in pentola. La serata, però, dura poco: siamo stanchi e la vera fatica è fissata per domani.

Colazione casereccia e frutta nello zaino saranno la nostra scorta di energia lungo il percorso che partirà dal Santuario della Madonna del Pollino. Da qui percorreremo il sentiero che ci condurrà a Piano Iannace. Dinanzi al Santuario il panorama toglie il fiato. Sospesi tra le nuvole e con lo sguardo che va oltre ogni limite puoi rimanere in silenzio, puoi pensare, puoi pregare. Un luogo spirituale in molti sensi. 

Quello che ora è difficile descrivere è la maestosità di tanta natura e la profonda serenità inspirata passo dopo passo in cerca della nostra direzione. Un'ora e un quarto circa di energica camminata, 200 m di dislivello, diversi chilometri senza perdere mai d'occhio le fasce rosse e bianche presenti su tronchi e massi, ad indicarci la strada. L'emozione è tanta quando si apre davanti a noi una grande piana: Piano Iannace a 1700 mt circa di altitudine.

Qui l'aria è riscaldata dal sole e in lontananza di sicuro ci sono bovini al pascolo. Ce lo dicono i campanacci. Troviamo una sorgente di acqua freddissima e mangiamo delle pesche. Il cuore batte forte e non solo per la fatica. La vista dei pini loricati in lontananza sulla cima davanti a noi per ora è un arrivederci ad un prossimo appuntamento tra queste vette e ritorniamo sui nostri passi con maggiore sicurezza nell'andatura.

Ritorniamo puntuali alle ore 13.00 da Giuseppe. È un grande padrone di casa e il pranzo dai sapori lucani è la chiusura di una mattinata rimasta impressa negli occhi.

La nostra prossima tappa, prima del rientro, è San Severino Lucano. L'auto prende la strada del ritorno e noi, come sempre, salutiamo in silenzio. La mano leggermente fuori dal finestrino per sentire l'aria pulita e pungente. Il sole è delicato e le gambe più forti, il cuore anche.

Raccontare i luoghi che ci rimangono dentro è sempre emozionante. Scriveteci tra i commenti quali sono i posti che vi hanno emozionato di più. E se anche voi avete potuto apprezzare questi paesaggi, raccontateci la vostra esperienza.

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